Gennaio 1979, l’Atari portò al CES i prototipi preliminari dei suoi due nuovi computer, Atari 400 e Atari 800. Con Apple II, TRS-80 e Commodore PET già rilasciati, e con il mercato dei personal computer ancora tuttoda esplorare furono in molti, all’interno di Atari, a dubitare di questa mossa. Tuttavia, il CEO Ray Kassar era fermamente convinto che Atari dovesse entrare il prima possibile nel mondo dei computer.
«Il 1979 sarà l’anno in cui introdurremo nuovi prodotti – spiegò Kassar ai dipendenti – il più ambizioso è la nostra nuova linea di personal computer, Atari 400 e Atari 800. L’ingresso in questo mercato è una sfida significativa per tutti noi. Il mercato è molto competitivo e lo standard di qualità e prestazioni del prodotto molto elevato»
Secondo il cofounder di Atari Nolan Bushnell «ciò che ha permesso a Apple di dominare era, in realtà, non tecnologia ma strategia aziendale. Steve Jobs era impegnato nell’evangelizzazione degli sviluppatori di software per creare software per le loro macchine. La nostra strategia con i videogiochi era che fondamentalmente volevamo regalare l’hardware e fare soldi con il software, un sistema chiuso.»
Il piano di Atari era quello di creare un nuovo mercato per il 400/800 chiamandoli “computer domestici” e rendendoli, così, accessibili al mercato di massa.
«Riteniamo che i computer Atari siano diversi perché sono stati sviluppati per togliere qualsiasi apprensione possa avere un utente che li utilizza per la prima volta, mettendolo a proprio agio con l’interfaccia del nostro prodotto. Con i computer Atari, non è necessario fermarsi a pensare prima di utilizzarli. Naturalmente, sempre più giovani generazioni stanno imparando a programmare e lavorare con applicazioni più sofisticate e potrannofarlo con il nostro prodotto», affermava Conrad Jutson, Vicepresidente della divisione Computer e vendite di Atari.
Nonostante gli sforzi di Atari per separare i computer dai videogiochi, alcune delle prime recensioni (sebbene positive) parlano ancora dell’intreccio tra “specie diverse”. Una di queste diceva testualmente:
«Con l’introduzione della linea di computer Atari stiamo assistendo a una terza generazione di microcomputer, non solo dal punto di vista dell’hardware ma anche da un approccio di marketing. Questi computer sono leggermente più economici di quelli della generazione precedente. La differenza principale sta nel la configurazione e l’applicazione per cui sono stati progettati i sistemi. Un recente articolo ha descritto i computer Atari come ibridi: un incrocio tra un videogioco e un piccolo computer.»