Per rialzarci dobbiamo prima essere caduti. Per rinascere, una parte di noi dev’essere morta. Per ricostruire, qualcuno o qualcosa (fors’anco noi stessi) deve aver ridotto in macerie ciò che c’era prima.
Quali che siano le parole che scegliamo per descriverlo si tratta, forse, del principio più universale. Vale per tutti. Certo, va osservato che (purtroppo) solo una parte di quelli che cadono, trovano la forza per rialzarsi e che, tra chi non ci riesce, è molto alta la percentuale di coloro i quali hanno dovuto lottare contro nemici più forti di loro. Ma, al netto di sfortuna ed episodi incontrovertibili, se c’è qualcosa che ho imparato dalle mie cadute è che, per risalire la china, esistono alcuni fattori assolutamente indispensabili.
Il primo di questi è, certamente, la forza di volontà. Chiunque – sia esso facoltoso o in possesso di un’intelligenza fuori dalla norma – non arriverà mai da nessuna parte, se non avrà veramente voglia di farlo. Semplice retorica? Agli occhi di qualcuno potrà anche darsi, ma non certo a quelli di chi, nella sua esistenza, si è dovuto sudare tutto quello che è riuscito ad ottenere, senza aspettare che gli piovesse in testa dal cielo, salvo poi lamentarsi ogni santo giorno perché ciò non accade.
Eccolo qui il secondo fattore, ovvero la capacità di essere critici ed obiettivi prima di tutto con noi stessi, anziché cercare sempre qualcuno a cui dare la colpa delle nostre disgrazie. Attenzione, con questo non intendo certo dire che debba per forza essere sempre e soltanto colpa nostra; ognuno di noi ha avuto i suoi demoni da fronteggiare, a maggior ragione in un’epoca in cui ci si è abituati a vivere sempre al singolare e quasi mai al plurale e, per questo, tristemente segnata da sentimenti negativi quali l’invidia. Dico soltanto che, per sconfiggerli del tutto, quei demoni, dobbiamo riuscire ad isolarli per concentraci su noi stessi e su quanto di positivo ci circonda, perché è solo liberandoci di loro, che possiamo riprendere il cammino che ci porterà a migliorarci giorno dopo giorno, ed a regalare il meglio di noi stessi a coloro che ci amano.
Difficile? Certo che sì, ma ne vale la pena, anche perché, una volta scalata la montagna, quando avrete finalmente compiuto l’ultimo metro e, sia pur stremati, vi sarete rialzati sulle vostre gambe, il Mondo vi sembrerà infinitamente più bello, visto da lassù.
Alessandro Nardone
@alenardone