Nei giorni scorsi, sono stati diversi gli amici che mi hanno scritto o chiamato per farmi notare alcune similitudini tra l’editoriale – vero – attraverso il quale Ferruccio De Bortoli, Direttore del Corriere Sera, ha attaccato frontalmente Matteo Renzi spingendosi a parlare di «stantio odore di massoneria» e quello – rigorosamente falso – contenuto nel mio romanzo “Il Predestinato”, nel quale la direttrice dell’Huffington Post scrive del protagonista della storia, il giovane membro del Congresso degli Stati Uniti Alex Anderson, definendolo un predestinato (appunto) in quanto «appartenente alla società segreta più famosa ed influente del Globo», ovvero Skull and Bones.
Parliamo di poteri forti ché, poi, sono la vera chiave di volta di tutta la storia del romanzo. Un tema certamente serio, tornato alla ribalta dopo una raffica di critiche oggettivamente pesanti che il Presidente del Consiglio ha ricevuto negli ultimi giorni. D’altra parte, che esistano, i poteri forti, non lo scopro certo io, così come risulta altrettanto evidente che il loro spettro, alla bisogna, venga evocato in modo assolutamente bipartisan.
Esempi? La nostra storia recente ne è piena, basti pensare alle ombre che – al netto di oggettivi comportamenti quantomeno inopportuni, per un Premier – aleggiano sulle dimissioni che Silvio Berlusconi fu costretto a rassegnare il 12 novembre del 2011, a cui sono succeduti ben tre Presidenti del Consiglio nominati, quindi non eletti dal popolo. Renzi compreso. Chi di poteri forti ferisce di poteri forti perisce, verrebbe da dire nel suo caso, ma andiamo oltre.
Tornando per un attimo alla fiction, ricordo che quando elaborai lo storyboard de “Il Predestinato”, furono diverse le nottate che trascorsi in cerca di informazioni su Skull and Bones e che la grandissima difficoltà nel reperirle, fu uno dei motivi che mi spinsero a decidere che la società segreta dell’Università di Yale sarebbe stata uno degli snodi principali della storia che stavo per accingermi a scrivere.
Certo, dopo aver studiato, fantasia ed immaginazione hanno fatto il resto, ma credo che in un momento particolare e per molti versi drammatico come quello che stiamo attraversando, il tentativo di affrontare temi delicati come questo o lo scandalo Datagate in una storia di pura immaginazione, oltre ad avvincere chi la legge, possa essere un modo per aiutarlo a riflettere. Poi, che io ci sia riuscito oppure no, è tutto da vedere: ai poteri fort… ehm, ai posteri l’ardua sentenza.
Alessandro Nardone
@alenardone