Icona era, e da icona se n’è andato. Come una rockstar maledetta o un pilota di Formula 1 a bordo del proprio bolide, Zanza non poteva che passare a miglior vita tra le braccia di una giovane ragazza. Archetipo del playboy della Riviera Romagnola, Zanza ha costruito il proprio personaggio fondandolo essenzialmente su due elementi: carisma e umanità.
Materializzazione del principio sintetizzato dalla celebre battuta di Jerry Calà “non sono bello, piaccio”, fu capace di diventare l’oggetto del desiderio di migliaia di donne provenienti da ogni dove grazie all’unicità di un fascino costruito su un look completamente fuori dagli schemi e su modi – a differenza di ciò che molti potrebbero pensare – da vero galantuomo.
Zanza, poi, era anche e sopratutto Mauro: un vero e proprio punto di riferimento per moltissimi giovani che aiutava trovando loro un lavoro o financo una casa, incapace com’era di dire di no a chiunque gli chiedesse una mano. Chi ne conosce questi aspetti sa perfettamente che l’affetto che lo circonda era ed è ben più vasto della notorietà che è stato capace di conquistarsi.
Doti che hanno fatto sì che Zanza, nel corso degli anni, potesse raccogliere migliaia e migliaia di “mi piace” veri, di ragazze e ragazzi oggi divenuti donne e uomini che a lui si sentono legati e che oggi, ognuno con il proprio filo, stanno tessendo un’enorme tela su cui sembra esserci scritto: Ciao Mauro, ci mancherai.