Lottava da poco meno di due anni contro un tumore al cervello Nadia Toffa, la conduttrice delle Iene che trovando il coraggio di affrontare pubblicamente il proprio male, diede voce alla sofferenza di decine di migliaia di malati costretti a soffrire nel silenzio.
Una testimonianza, la sua, utile ad aprire gli occhi ai molti di noi che si cullano nell’illusione che certi brutti mali debbano capitare soltanto agli altri mentre la verità, nuda e cruda, è che dall’oggi al domani chiunque di noi potrebbe doversi trovare a combattere con un cancro, un vero e proprio demone che ti cova dentro, lacerandoti nel corpo e nell’anima.
Lo so, perché alcuni anni fa quel demone maledetto si portò via mio padre. Lui, che aveva sempre avuto gli occhi della tigre, ma che in quei maledetti ultimi giorni di sofferenza aveva lo sguardo di chi non ne poteva più, di tanta sofferenza.
A dare notizia della scomparsa di Nadia sono stati i suoi colleghi della redazione delle Iene che, con un lungo post su Facebook, hanno voluto ricordare la loro amata collega: «Sei riuscita a perdonare tutti, anche il fato, e forse anche il mostro contro cui hai combattuto senza sosta… il cancro, che fino a poco tempo fa tutti chiamavano timidamente “Il male incurabile” e che, anche grazie alla tua battaglia, adesso ha un nome proprio. “Non bisogna vergognarsi di guardarlo in faccia e chiamarlo per nome il bastardo, – dicevi – che magari si spaventa un po’ se lo guardi fisso negli occhi”».
In queste ore il Web è letteralmente invaso da una moltitudine di post che ricordano con commozione Nadia, la guerriera che ci ha ricordato che dobbiamo combattere anche quando tutto sembra perduto, fino alla fine.