Ormai il 5G rappresenta un punto fermo nel futuro delle telecomunicazioni. Grazie alla sua potenza è in grado di accelerare tutte quelle operazioni quotidiane che hanno a che fare con il digitale e che saranno utili sia per le aziende sua per le persone che sempre più dovranno ricorrere a transazioni e informazioni digitali. Rappresenta anche un’opportunità per modernizzare le tecnologie e snellire i processi produttivi.
Le reti locali, infatti, eliminano la dipendenza da fornitori terzi. Allestendo e utilizzando reti wireless proprie, i produttori possono configurarle in modo da soddisfare le esigenze delle applicazioni industriali di comunicazione, come la guida di una macchina o la raccolta dei dati. Può essere usata in tutti i settori: dalla sanità alla manifattura fino all’automotive.
Ecco, allora, alcune ulteriori informazioni su questa tecnologia di comunicazione del prossimo futuro.
GLI INVESTIMENTI DELLE MULTINAZIONALI
Com’è facile pensare le aziende di telecomunicazioni sono le più sensibili alle infrastrutture 5G, proprio perché possono offrire un servizio di qualità ai propri utenti e migliorare la propria competitività.
Una di queste è Zte, che nell’ultimo anno ha speso circa 814 milioni di euro nello studio e nella realizzazione di nuovi impianti. L’obiettivo dell’azienda cinese è quello di diventare leader nella 5G nel mondo, tanto che ha già fatto dei test anche sul territorio italiano (a Prato e a L’Aquila) per posizionare i ripetitori.
Sul fronte dei dispositivi invece è Hauawei, anch’essa cinese, a investire di più. Alla scorsa Fiera della tecnologia di Berlino ha presentato Kirin 990, un processore per la connessione veloce e disponibile per la nuova serie di smartphone Mate 30. Dopo Huawei, stanno lanciando dispostivi 5G anche Nokia, Ericsson e Cisco. Come detto la società di Shenzhen non si ferma alla sola fabbricazione di apparecchi e si sta espandendo anche fuori dalla Cina, tanto che ha all’attivo 50 contratti commerciali in Paesi che vanno dalla Corea del Sud, alla Svizzera, dalla Finlandia agli Stati Uniti (anche se sta risentendo, ma solo limitatamente, dei dazi voluti da Trump). Hauwei sta espandendo le sue offerte 5G anche grazie alla riduzione dei costi operativi per gli operatori.
La diffusione delle tecnologie 5G, però, non riguarda solo il settore delle comunicazioni mobile, ma anche l’industria 4.0. Nel modello di fabbrica del futuro, dove tutto sarà connesso e automatizzato, le linee 5G renderanno più semplici e più veloci tutte le mansioni delle macchine.
Per questo Bosch, azienda tedesca di elettrodomestici e utensili, nei prossimi mesi effettuerà dei test sul 5G nei suoi stabilimenti e nel campus di ricerca di Renningen, in preparazione del lancio nelle attività di produzione. «Nella nostra vision della fabbrica del futuro, gli unici elementi fissi sono i pavimenti, i muri e i soffitti. Tutto il resto è mobile e può essere configurato a piacere», ha detto Rolf Najork, membro del Board of management della tecnologia industriale. «A tale scopo serve un sistema di trasmissione dei dati affidabile, sicuro e ad alta velocità, con brevi tempi di risposta, e tutto ciò è realizzabile con il 5G» ha aggiunto Andreas Müller, che lavora per Bosch come ricercatore ed è il presidente della 5G Alliance for Connected Industries and Automation (5G-ACIA).
L’ITALIA PER LA SANITÀ
E le industrie italiane? Nonostante le previsioni rosee per il nostro mercato, sono ancora pochi i progetti legati al 5G. I più innovativi sono stati presentati da Vodafone e riguardano l’ausilio della connessione in campo medico e vertono su tre diversi campi. Il primo è quello della chirurgia da remoto, che consente a un chirurgo di operare a distanza assistito dalla sua équipe in sala operatoria.
Il secondo è un sistema di analisi e consulto medico sempre da remoto, con la rete 5G che permette di condividere video e immagini radiologiche Dicom ad altissima risoluzione in mobilità e in tempo reale. Il terzo riguarda il monitoraggio a distanza del paziente; qui il 5G permette di trasmettere ed elaborare in tempo reale una grande quantità di dati rilevati e di gestirli in totale sicurezza.
I PAESI PIÙ ATTENTI
Tuttavia, per garantire una completa diffusione del 5G i soldi delle grandi aziende private non bastano. C’è bisogno di politiche che ne favoriscano la promozione e, fra i Paesi più sensibili a questa politica c’è, evidentemente, la Cina.
Negli ultimi anni Pechino ha aumentato i cantieri per la realizzazione delle reti di comunicazione in tutto il Paese. Sempre nel continente asiatico, anche la Corea del Sud ha una copertura (seppur da attivare) di reti 5G su tutto il territorio nazionale. Procedono anche gli Stati Uniti che, però, hanno concentrato le infrastrutture solo nelle grandi città.
L’Europa, invece, è ancora indietro a causa non solo degli scarsi investimenti, ma anche degli impedimenti burocratici. L’associazione GSMA, che rappresenta gli operatori del mondo del mobile, ha quindi lanciato un monito alla Ue chiedendo meno tasse e più aiuti per gli impianti 5G. Questa è, dunque, un’altra di quelle sfide in cui rischiamo di rimanere schiacciati tra giganti e di essere colonizzati dai nuovi padroni della tecnologia.