«Di Maio in peggio!», urla un’anziana signora per strada a Bibbiano, «prima dici che non ti metterai mai col PD, poi te ne Foti e fai il governo con loro…», «guarda che siamo in perfetta Bonafede» rispose stizzito un tale, mentre trangugiava un amaro calice di Rosato.
Intanto, quatti quatti, Casalino e Casaleggio presero una Mattarella e fecero tutta notte a gara a chi ce l’aveva più Rousseau. Fu un vero e proprio Travaglio interiore, tanto che a un certo punto Rocco si offese e se ne andò: «Che fai, non lo Sallusti?», gli chiese un signore che passava di là, che portava gli occhiali e un paio di pantaloni tutti Feltri.
Poi, però, all’improvviso arrivarono i Gretini, le Sardine e il Trota che, nel frattempo, aveva abbandonato equini e ovini per salire sul carroccio dei Santori: «Friggere e friggeremo!», scandiva all’unisono la piazza, che accolse con un’ovulazione l’arrivo di Renzi e Lucia che, non appena salirono sul palco, intonarono “Letta ciao”.
Una fortissima pioggia interruppe il canto, mentre a Meloni unificate andava in onda un servizio che spiegava perché alla ruota di Roma saltarono tutti i Raggi e che, a partire da mezzanotte, sarebbe scattato il decreto contro gli Zingaretti che chiedono l’elemosina. «Con loro siete troppo Gentiloni!» disse una piccola Brunetta ai Frati Franceschini, che sostenevano che l’intolleranza fosse il vero Bergoglio da superare.
Vero, però Saviano tutti che le ONG aiutano il Rackete degli scafisti, a cui importa solo dei soldi, indipendentemente dal fatto che quei disperati arrivino sani e Salvini a destinazione oppure no.
«Questa politica è un vero Fazio», commentò un tizio stravaccato sul divano, col televisore acceso e il telefonino in mano «ma in compenso posso starmene bello comodo a insultarli dalla mattina alla Segre senza mai impegnarmi concretamente per cambiare le cose, esattamente come fa questo maledetto governo con me e Conte».