Che Bernie Sanders stesse andando bene era cosa nota. Che stesse andando così bene, non era così facilmente prevedibile.
Un sondaggio condotto per la CNN da SSRS vede il socialista del Vermont al primo posto con il 27% dei consensi contro il 24% di Biden. Molto più distaccati sia Elizabeth Warren (14%) che Pete Buttigieg (11%). Mike Bloomberg, fresco di esclusione dai dibattiti per sua scelta – non accetta donazioni dai privati come le regole in casa democratica prescrivono – si aggira intorno al 5%.
La vera novità del sondaggio, però, non riguarda solo la percentuale raggiunta da Sanders e il conseguente soprasso ai danni dell’ex VP Biden, bensì la crescita che il senatore del Vermont sta avendo in tutti i segmenti elettorali.
Tra i liberal, ad esempio, ottiene il 33% contro il 19% della Warren. Tra gli elettori di colore – vero problema di Sanders per vincere la nomination – raggiunge il 30% contro il 27% di Biden. Il 38% del totale si definisce “entusiasta” di una sua possibile nomination, mentre Biden e Warren, rispetto allo stesso sondaggio condotto a dicembre, perdono rispettivamente nove e dodici punti percentuali.
Inoltre, Sanders viene visto come il candidato – 29% – che meglio capisce e interpreta i problemi che affrontano gli elettori. Il 30% degli intervistati, infine, afferma di concordare con le questioni che Sanders affronta.
Il dato interessante è, senza dubbio, quello riscontrato fra gli elettori di colore. È cosa nota che Joe Biden sia il candidato più accreditato in quella parte di elettorato democratico. Qualora, però, a seguito dei primi quattro appuntamenti elettorali di febbraio, Sanders riuscisse a confermare per davvero questa percentuale nel super-martedì, potrebbe seriamente catapultarsi in testa alla corsa verso la nomination in casa democratica.