Ritrovarsi dove c’eravamo lasciati: il caos in corso al primo turno delle primarie democratiche non può non riportare alla mente degli addetti ai lavori l’election night dell’8 novembre 2016 quando, nella sede del comitato elettorale di Hillary Clinton a New York, il comitato guidato da Johh Podesta andò letteralmente in tilt a causa dei risultati (inaspettati), arrivando a cacciare gli oltre 2.000 giornalisti accreditati dal Javits Center.
Ma cosa succede oggi? A distanza di ore lo spoglio sembra ancora in alto mare, i funzionari stanno ricontrollando i voti di ogni singolo precinct, spesso scritti su semplici fogli di carta, dato che i 1700 caucus sono una specie di assemblee, più che votazioni vere e proprie.
Questo ritardo però sta generando il caos perché sia Sanders sia Buttigieg credono di aver vinto e diffondono dati ed exit poll contrastanti.
Intanto Trump, giustamente, se la ride e Brad Parscale, il capo della sua campagna, dice: «Non sono capaci di contare le schede e vorrebbero amministrare l’America?».