Con ogni probabilità, uno degli effetti collaterali del Coronavirus è l’aumento del numero di ore – 6 – che mediamente ogni italiano trascorre ogni giorno connesso al Web.
Sono aumentate anche le dirette video che, soprattutto su Facebook, vengono utilizzate sia per erogare servizi di formazione (come peraltro stiamo facendo noi proprio in queste ore) che per “incontrare” altre persone in cerca di compagnia.
Esattamente quello che è successo martedì sera: una pizza in casa e poi una diretta nata per raccontare l’imminente tour in Argentina di Simone Tomassini, noto cantante e amico fraterno. Un’ora buona passata a discutere di rock’n’roll fino a quando su Instagram si collega Jessica, amica e seguace “storica” di Simone, che vive nel bel mezzo della zona rossa, a Casalpusterlengo.
La chiamiamo in diretta con noi e comincia a raccontarci una realtà completamente diversa rispetto a quella che filtra dalla maggior parte (non tutti, grazie a dio) dei media mainstream «che continuano a utilizzare immagini di 4 o 5 giorni fa» e di uno Stato «completamente assente», che ha abbandonato al loro destino gli oltre 50mila italiani che popolano gli 11 comuni isolati dal resto del Paese.
Una testimonianza amarissima, quella di Jessica, le cui parole hanno letteralmente mandato in fumo le due o tre ore di sonno rimaste tra il mio ieri e l’oggi che ormai era alle porte. Così, nel pomeriggio l’ho contattata per chiederle se le andasse di farsi intervistare, perché ritengo che affermazioni come le sue sono fondamentali per fare chiarezza su quello che sta effettivamente accadendo da quelle parti.
Prima di lasciarvi al video, mi prendo lo spazio per una considerazione: con il mio editoriale del 22 febbraio siamo stati i primi ad avere il coraggio di dire che l’inadeguatezza di questo governo è ben più pericolosa del Coronavirus stesso.
Ebbene, a distanza di 5 interminabili giorni, con il disastro sotto gli occhi di tutti, le parole che ascolterete dalla viva voce di Jessica sono vere e proprie pietre, che fanno comunque meno male della consapevolezza che un grande Paese come il nostro sia gestito da una compagine governativa piccola a tal punto da tentare di scaricare le colpe sugli ospedali e sul loro personale medico che ora, anziché essere sostenuti con tutte le forze sono finiti sotto inchiesta, che la Procura di Lodi ha aperto «dopo le parole delle istituzioni», cioè del presidente del consiglio.
La storia recente c’insegna che abbiamo retto l’urto (certo, a caro prezzo) di 66 governi in 73 anni, sopravviveremo anche a al disastroso Conte bis. Ormai, almeno a questo, noi italiani siamo vaccinati.