Oggi cambio tema, avrei voluto illustrarvi altri argomenti, ma lo farò domani. Cambio perché in questi giorni ho notato come siamo tutti rincorsi da mille notizie, statistiche e informazioni e osservando quali effetti creino queste notizie mi è tornato in mento un tema che avevo approfondito qualche tempo fa: gli influencer ovvero quelle persone che riescono ad influenzare le scelte delle persone.
Sapete chi è stato il primo personaggio del Novecento che è riuscito a indirizzare i gusti delle persone ?
C’era una volta un uomo, affascinante e trasgressivo, che aveva fatto della sua vita genio e sregolatezza. Era un uomo dedito a mille interessi, irruente ma riflessivo, irriverente e poco incline al rispetto delle regole sociali. Tutti lo ricordano nella convinzione che sia stato “solo” un poeta e uno scrittore ma non è così: si chiamava Gabriele d’Annunzio.
La “d” minuscola non è un errore di stampa ma il suo vero nome, mutato poi artisticamente in D’Annunzio. Perché vi parlo di lui ? Perché è l’uomo che ha creato i primi slogan pubblicitari e che ha influenzato i gusti dei consumatori. Si deve proprio al Vate il nome della prima catena commerciale italiana: La Rinascente. E ho pensato a quanto sia fragile la nostra società, basata su quello che ci viene suggerito in qualunque settore e che modifica le nostre scelte, perfino quelle di salute.
Oggi è facile influenzare, basta davvero poco, visto che la tecnologia ci consente, con un solo movimento, di raggiungere milioni di persone. Ma pensate ai primi anni del Novecento e a quanto genio ha avuto D’Annunzio nel capire che un nome ben scelto avrebbe consentito di suggestionare il pensiero e i gusti delle persone.
La Rinascente, a distanza di un secolo resiste al tempo e alle mode. E si devono a D’Annunzio le pubblicità dell’Amaro Montenegro e dell’Amaretto di Saronno. Fu sempre lui a coniare il nome delle penne della marca “Aurora” e venne utilizzato, nel 1925, come testimonial della prima grande serie di Fiat, il modello “509”.
Creò marchi di profumo e inventò anche il nome d’arte di una delle scrittrici di romanzi rosa più famosa, Amalia Negretti Odescalchi, in arte Liala.
E quanti altri slogan, ancora oggi, vengono citati, anche da un pubblico giovane, sempre frutto della mente di quell’uomo rivoluzionario: “Memento audere semper” ovvero “ricordati di osare sempre”, un vero e proprio motto di guerra; “Osare l’inosabile” per i Marinai d’Italia; “Non piegare di un’ugna”, l’appello lanciato a tutti gli ufficiali italiani dopo la disfatta di Caporetto.
Tutte frasi usate per risollevare il morale dei soldati e infondere in loro nuova fiducia. Vi ho voluto raccontare questa storia non solo perché all’epoca mi aveva molto stupito questa scoperta di D’Annunzio come pubblicitario ma soprattutto per ricordare, a tutti, di aprire le menti e di consentire ai nostri pensieri di essere sempre autonomi e volitivi, di sognare e di rimanere sempre incantati dall’infinita bellezza del nostro mondo.