Il 2019 era stato l’anno del record di finanziamenti alle start-up in Europa. Secondo uno studio di Pitchbook Data gli investimenti effettuati dai capitali di rischio in questo genere di attività ad alto tasso di tecnologia, sono fortemente cresciuti. Se fino a qualche decennio fa i gruppi di investimento spingevano su società già strutturate e con risultati certi, oggi puntano su imprese fondate perlopiù da giovani ma con grandi prospettive di sviluppo.
Se l’attuale situazione lascia presuppore un periodo di stagnazione, è certo che la ripresa potrà essere molto più rapida per le attività più agili e flessibili, quali appunto le start up. Molte delle quali, tra l’altro non hanno cessato l’attività neppure in questa fase, poiché adottano già da tempo modalità di smart working.
Il settore della tecno-finanza è quello che ha registrato maggiore crescita, con banche e istituti di credito che, puntando sull’innovazione, hanno convinto i venture capital. Bene anche le aziende di servizi informatici, trasporti e la produzione di dispositivi medici. Saranno ancora loro i protagonisti della ripresa?
NUMERI DA RECORD
Secondo il rapporto di Pitchbook, 14 delle 40 start-up che già avevano raggiunto fatturati importanti, nel 2019 lo hanno superato di oltre 1 milione di dollari. Nel linguaggio economico le aziende che hanno raggiunto questi valori si chiamano “unicorni”. Il termine è stato coniato nel 2013 dal venture capitalist Aileen Lee, scegliendo l’animale mitico per rappresentare la rarità statistica di tali iniziative di successo.
Ciò è stato possibile grazie agli investimenti fatti da società pronte a scommettere su prodotti non ancora provati sul mercato che, l’anno scorso, hanno sostenuto le start-up europee con un apporto di capitali record di 32,4 miliardi di euro (circa 35,5 miliardi di dollari). Gli investimenti hanno superato il picco del 2018 di € 24,3 miliardi e, rispetto al 2009, sono cresciuti del 620%.
LE PIÙ VIRTUOSE
Quali sono state le aziende più performanti? La start-up che di più ha convinto gli investitori è stata N26, una banca tedesca che offre i propri servizi solo tramite web e senza l’ausilio di filiali. Nel 2019 ha raggiunto un giro d’affari 300 milioni di dollari e una valutazione complessiva di 3,5 miliardi di dollari. Ad oggi N26 conta 1300 impiegati e da tutti i paesi dell’Ue si può accedere al sito e aprire un conto corrente.
Bene anche la compagnia assicurativa Wefox e Flixbus, azienda di servizi di trasporto in autobus in Europa e negli Stati Uniti.
Flixbus offre un modo comodo e ecologico di viaggiare che soddisfa ogni budget. La sua offerta non trascura il fattore tecnologico, infatti i pullman sono muniti di WiFi gratuito e sfrutta sistemi di biglietteria innovativi, come la possibilità di prenotare tramite l’app per smartphone.
Sempre nei trasporti anche Bla Bla Car ha registrato un aumento del proprio valore sul mercato. Dalla classifica si scopre che la stampa 3D sta diventando la nuova metodologia di produzione. Ben tre aziende hanno aumentato l’apporto esterno di investimenti: Formon che produce e vende stampati 3D; RT Safe, che usa la stampa per replicare parti del corpo umano; CMR Surgical, produttrice di dispostivi per la chirurgia stampati in 3D.
UNICORNO ITALIANO
Fra le start-up che hanno visto maggiormente aumentare l’apporto degli investimenti c’è anche una italiana. Si tratta di Beta Renewable, impresa di Tortona che produce biocarburanti e prodotti chimici con residui agricoli. La cordata è formata sia da soci italiani e stranieri.
Gli impianti usano la tecnologia Proesa, che permette di utilizzare gli zuccheri presenti nelle biomasse lignocellulosiche per ottenere biomasse con minori emissioni di gas climalteranti e a costi competitivi rispetto alle fonti fossili (petrolio, gas naturale).
I prodotti che escono dalla raffineria possono essere usati sia dalle aziende che dai privati, ad esempio il bieoetanolo per le stufe.
Insomma, le idee innovative premiano e, se sostenute nella giusta maniera, saranno il volano della ripresa in tutto il mondo.