Oltre ai respiratori, i malati di Covid-19 hanno bisogno delle bombole d’ossigeno, diventate anch’esse introvabili a causa dell’aumento esponenziale della richiesta – oltre il 200% in più – dovuto, come tutti sappiamo, all’emergenza coronavirus.
«Abbiamo appena lanciato la campagna #vuotanonserve (cliccando qui è possibile accedere al modulo da compilare), attraverso la quale ci rivolgiamo alle persone che hanno in casa una bombola, chiedendo loro di contattarci al più presto per restituircela, perché ne abbiamo un disperato bisogno per i malati dismessi a cui serve assistenza. Basti pensare che per consegnarne di nuove l’industria siderurgica oggi impiega anche un mese e mezzo, che in questa situazione è un’eternità», spiega Maurizio Colombo, Vicepresidente del Gruppo Sapio, azienda che produce ossigeno distribuendolo sia presso il domicilio dei pazienti che a strutture ospedaliere in Italia, Spagna, Francia, Germania, Turchia e Slovenia.
Una situazione drammatica, al punto che lo stesso Colombo ha chiesto ai governatori, in particolare a quello della Lombardia, «di attivarsi affinché vengano individuate strutture già esistenti quali ospedali dismessi, cliniche private, Rsa o anche ospedali militari e da campo, per consentirci di continuare a dare ossigeno ai pazienti dimessi, perché con questi numeri farlo a domicilio è pressoché impossibile».
Pur essendo un’azienda robusta e strutturata – fondata nel 1922, ha oggi 2.000 dipendenti – Sapio vive quest’emergenza come un vero e proprio stress test che sta mettendo a dura prova ogni singolo elemento dell’organico perché « i carichi di lavoro sono lievitati e le condizioni sono cambiate: per tutelare la salute dei nostri collaboratori dobbiamo attenerci a regole giuste ma stringenti», spiega Colombo.
Questo significa lavorare quasi a ciclo continuo, 24 ore su 24.
Uno sforzo immane sia per chi ha la responsabilità di organizzare il lavoro sia per il personale operativo, un tutt’uno che è sempre stato caratterizzato da una grande armonia interna perché, dice con una punta d’orgoglio Colombo, «siamo davvero come una grande famiglia: è grazie a questo spirito che nessuno si è tirato indietro, mettendoci il massimo impegno e gettando il cuore oltre l’ostacolo. Siamo sempre stati tutti consapevoli che ciò che facciamo contribuisce direttamente a salvare vite e oggi, nel mezzo di questa gravissima crisi, sentiamo di dover dare il massimo».
Sapio è anche impegnata nella realizzazione dei 250 posti di terapia intensiva nella ex Fiera Milano, per i quali – insieme ad Allianz Spa – fornirà gli impianti di distribuzione, l’ossigeno e i gas medicali per la terapia intensiva: «E’ un dovere civile contribuire alla buona riuscita del progetto corale della nostra comunità» aggiunge il Vicepresidente, che ringrazia il Gruppo Allianz per aver deciso di partecipare a questa vera e propria impresa.