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Casual Friday

Quale destra? Alessandro Campi: «Fini sbagliò ma non da solo. Giorgia Meloni brava a ricostruire»

«Per i leader di oggi è fondamentale avere chiare le grandi partite su cui si gioca il futuro», a sostenerlo a gran voce è Alessandro Campi – docente di Storia delle dottrine politiche all’Università di Perugia e direttore responsabile del trimestrale Rivista di Politica – che è stato ospite del sottoscritto e di Carlo Cattaneo a Casual Friday, nel corso di una puntata interamente dedicata alla destra italiana.

Il Professor Campi è certamente uno degli intellettuali “di area” più lucidi e influenti degli ultimi 30 anni, a cui va riconosciuto il merito di aver fornito alla right wing di casa nostra un contributo oggettivamente imponente in termini di idee, spunti di riflessione e talvolta anche provocazioni.

«La destra per definizione ha la capacità di elaborare idee nuove, che devono essere finalizzate a costruire un progetto che rappresenti “una certa idea di Italia”», spiega, riconoscendo a Giorgia Meloni il merito di essere stata «capace di ricostruire un mondo che si era sfilacciato, una destra che era implosa anche sul piano personale. Lei ci è pazientemente riuscita, è stata molto brava», aggiungendo che ora la grande sfida della leader di Fratelli d’Italia è quella di «ripensare la destra alla luce delle sfide del mondo contemporaneo, è fondamentale riuscire dove Alleanza Nazionale ha fallito: realizzare un progetto politico, una visione strategica dell’Italia».

Inevitabile una riflessione anche sulla parabola di Gianfranco Fini, che «per molto tempo ha incarnato molti dei valori e delle qualità che chiedevano gli elettori dell’area del centrodestra», salvo poi «commettere una serie di errori in termini di scelte e anche strategici, ma attenzione, quando sbagliava non era certo da solo: c’erano anche i dirigenti che gli andavano dietro e che avallavano le sue scelte» perché, spiega il Prof. Campi, «l’errore che commise Alleanza Nazionale fu quello di non favorire il ricambio generazionale, chiudendosi nel correntismo e accontentandosi di stare in scia a Berlusconi», insomma dopo anni di ghettizzazione, «la destra considerò la conquista del potere un punto d’arrivo, senza rendersi conto che invece era il punto di partenza».

Questo e molto altro nel video della puntata.

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è consulente di marketing strategico, keynote speaker e docente di branding e marketing digitale all’International Academy of Tourism and Hospitality. È stato inviato di «Vanity Fair» negli Stati Uniti per seguire Donald Trump, a Kiev per la campagna elettorale di Zelensky, collabora con diversi media ed è autore di 10 libri. Nel 2016, per promuovere la versione inglese de Il Predestinato ha inventato la sua finta candidatura alle primarie repubblicane sotto le mentite spoglie del protagonista del romanzo, il giovane Congressman Alex Anderson. Una case history di cui si sono occupati i principali network di tutto il mondo.

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