Il ministero della Giustizia ha segnalato alla presidenza del Consiglio la sua volontà di costituirsi parte civile contro i 24 imputati coinvolti nell’inchiesta “Angeli e demoni” sugli allontanamenti illeciti dei bambini di Bibbiano.
Alle 9,30 di venerdì 30 ottobre, nel tribunale di Reggio Emilia, inizierà l’udienza preliminare che dovrà decidere sul loro rinvio a giudizio chiesto dalla procura. E il ministro grillino Alfonso Bonafede ha deciso di partecipare al procedimento, schierando il suo dicastero tra le vittime dei gravi reati ipotizzati dall’accusa.
In effetti, quando a fine giugno il sostituto procuratore reggiano Valentina Salvi aveva presentato la sua richiesta di rinvio a giudizio contro lo psicologo di Pinerolo Claudio Foti e contro gli altri 23 imputati, il ministero compariva nell’elenco delle 48 «persone offese».
A rigor di logica, questa scelta processuale significa che – secondo l’accusa – il Tribunale dei minori di Bologna debba essere considerato a pieno titolo vittima di quanto è avvenuto a Bibbiano e dintorni, in quanto i suoi magistrati sarebbero stati deliberatamente ingannati dagli assistenti sociali e dagli psicologi sui motivi alla base degli allontanamenti dei bambini dalle loro famiglie.
L’avvocatura dello Stato nella sua richiesta di costituzione ha elencato una serie lunga di reati avvenuti ai danni del ministero: si tratterebbe di 17 frodi processuali, nove depistaggi, tre false perizie, più una rivelazione di segreto d’ufficio e una falsa testimonianza.
Già quando venerdì prossimo comincerà l’udienza davanti al giudice Dario De Luca, quindi, in aula siederà molto probabilmente anche un avvocato in rappresentanza del governo. A quel punto, il ministero della Giustizia potrà presentare suoi periti e testimoni, e affiancare la procura nel sostenere l’accusa contro gli imputati.
La costituzione di parte civile significa anche che, se saranno condannati, il ministero potrà pretendere da loro un risarcimento. Tra le parti civili dovrebbero costituirsi anche la regione Emilia Romagna e l’Unione dei Comuni della Val d’Enza, di cui fa parte il municipio di Bibbiano il cui sindaco, Andrea Carletti, del Pd, è tra gli imputati per la doppia accusa di abuso d’ufficio e di falso ideologico.