Il 17 dicembre, nel tribunale di Reggio Emilia, riparte l’udienza preliminare del processo per i presunti allontanamenti illeciti dii Bibbiano: deve decidere se rinviare a giudizio i 24 imputati. Nella prima puntata abbiamo visto le lamentele delle loro difese. Ecco quali sono, invece, le possibili «parti civili».
Per la prossima data del 17 dicembre si stima altre vittime dei presunti reati si uniranno alla trentina che, fin qui, hanno chiesto di costituirsi nel processo per i fatti di Bibbiano. Il pubblico ministero Valentina Salvi, quando in giugno ha depositato la sua richiesta di rinvio a giudizio, ha stilato un elenco di 48 potenziali vittime. Il codice di procedura penale offre loro la possibilità di chiedere la «costituzione di parte civile»: questo significa che, assistite da un avvocato, possono andare ad affiancare l’accusa nel processo, portando testimoni e prove contro gli imputati; alla fine del procedimento, in caso di condanna, hanno diritto a un risarcimento. Il 17 dicembre, il giudice Dario De Luca dovrà decidere anche chi abbia il diritto di ricoprire quel ruolo.
Tra le vittime potenziali che hanno chiesto di costituirsi parte civile, oltre ai genitori della maggior parte dei nove bambini portati via dagli assistenti sociali di Bibbiano (però ne mancano ancora alcuni all’appello, curiosamente: forse perché si tratta di famiglie d’immigrati non del tutto consapevoli di come funziona la giustizia italiana), c’è il ministero della Giustizia, che rappresenta i giudici del tribunale per i minori di Bologna, presunte vittime dell’inganno operato da assistenti sociali e psicologi.
Tra i richiedenti c’è anche la Regione Emilia Romagna: nel 2019, su Bibbiano, la giunta regionale aveva varato una commissione d’inchiesta che alla fine aveva raggiunto risultati a dir poco timidi, ma adesso a sorpresa anche il suo presidente, il pd Stefano Bonaccini, ha chiesto di costituirsi parte civile.
Hanno chiesto di entrare nel processo anche soggetti che il pm Salvi non aveva considerato. Per esempio, due organizzazioni schierate per la protezione delle famiglie, come la Flage, «Figli liberi dall’alienazione genitoriale», e come il «Comitato Angeli e demoni» che è nato a Reggio Emilia nell’estate di un anno fa e si batte per riformare le patologie del sistema degli affidi minorili: entrambe sono rappresentate dall’avvocato ferrarese Patrizia Micai, che ha un curriculum importante in quanto ha seguito alcune delle più note e controverse vicende di allontanamento minorile degli ultimi anni, dal caso dei «Diavoli della Bassa modenese» alla comunità fiorentina Il Forteto. Nell’ultima udienza, si sono aggiunte all’elenco delle parti civili altre due associazioni che si occupano di tutela di minori: la «Mai più solo» di Milano e la Onlus «Bon’t worry».
A sorpresa, malgrado la scelta operata dalla Regione Emilia Romagna da cui dipende, non ha invece voluto essere parte lesa la «Fondazione per le vittime dei reati», presieduta dallo scrittore Carlo Lucarelli. La Fondazione, che ha lo scopo istituzionale di «offrire sostegno immediato a chi viene colpito da crimini», compare nell’elenco delle 48 vittime stilato dal pm Salvi, e quindi in molti si sono stupiti per la rinuncia. Forse il motivo è stato quello di evitare nuove polemiche sul nome della sua direttrice Elena Buccoliero, sociologa e soprattutto giudice onorario nel tribunale per i minorenni di Bologna dal 2008 fino all’agosto 2019, cioè un mese dopo lo scoppio dell’inchiesta «Angeli e demoni». Buccoliero lo aveva smentito, ma la sua decisone di dimettersi da giudice onorario minorile, oltre un anno fa, era inevitabilmente parsa una conseguenza delle polemiche accuse che in quello stesso periodo le venivano mosse dai consiglieri regionali d’opposizione, e in particolare da un consigliere di Fratelli d’Italia, Michele Facci, il quale aveva rilevato che la direttrice aveva «seguito corsi di formazione e di perfezionamento presso il Centro Hansel e Gretel, e partecipato a numerosi convegni e incontri con Claudio Foti e Nadia Bolognini, responsabili del Centro e soprattutto figure centrali dell’inchiesta Angeli e demoni».
Nell’attesa di nuove richieste di costituzione di parte civile, o di altre eccezioni di nullità, il giudice De Luca ha intanto fissato il calendario delle prossime udienze. Dopo quella del 17 dicembre se ne terrà un’altra il 28 gennaio, e da quel momento se ne svolgerà una ogni due settimane, sempre di giovedì. L’udienza preliminare dovrebbe comunque concludersi il 23 marzo. Solamente a quel punto, dopo aver sentito l’accusa e tutte le difese, il giudice deciderà se tutti e 24 gli imputati meritino di essere rinviati a giudizio.
Fine.