Le parole contano eccome, nel bene e nel male: possono ispirarci, aprirci la mente, farci sognare oppure, talvolta, essere utilizzate per manipolarci. Ne ho scelte 12, ognuna delle quali rappresenta una riflessione, un auspicio, una sfida per il 2021.
Adesso: ovvero il momento migliore per rompere gli indugi, nelle decisioni importanti così come nei piccoli gesti di tutti i giorni: un approccio che dobbiamo fare nostro a maggior ragione dopo aver perduto, in un sol colpo, molte delle certezze a cui eravamo abituati, a partire dalla libertà.
Bellezza: quella di cui noi italiani siamo circondati e che in ancora troppi casi diamo per scontata senza renderci conto che, oltre a farci stare meglio con noi stessi, se valorizzata a dovere potrebbe davvero diventare il petrolio del nostro paese.
Contenuti: in troppi si ostinano a dare maggiore importanza al contenitore, senza rendersi conto che i contenuti di qualità sono le solide fondamenta sulle quali edificare l’identità e la reputazione del nostro brand.
Digitale: passare dagli atomi ai bit significa essenzialmente poter fare a meno di una serie di passaggi fisici che si frapponevano tra noi e il risultato che intendevamo ottenere compiendo una determinata azione. Ad esempio, prima dell’avvento del Web e della posta elettronica per comunicare con qualcuno inviavamo un messaggio a un luogo fisico, mentre ora raggiungiamo direttamente il destinatario, ovunque esso si trovi. Questa è la vera, grande opportunità della trasformazione digitale: eliminare una serie di passaggi consentendoci di ottenere risultati migliori, raggiungendo più persone e risparmiando tempo.
Futuro: il miglior auspicio per i giovani di oggi e domani è quello di appassionarsi, credere e lottare per qualcosa non perché è conveniente, ma perché è giusto.
Garage: grazie ai due Steve – Jobs e Wozniak – è diventato la metafora perfetta della competitività del sistema americano, nel quale esiste sul serio l’opportunità di costruire un colosso come Apple partendo da zero. Fosse accaduto in Italia, dopo un paio di giorni li avrebbero fatti chiudere e pure multati perché privi di licenze e permessi.
Informazione: un sistema che sta facendo i conti con le regole imposte dal duopolio Google-Facebook, che costringono gli editori a impiegare personale sempre più sottopagato a dare più importanza ai click che alle notizie. Lo sbocco sarà sempre più nelle mani dei singoli giornalisti che saranno capaci di emergere grazie alla qualità del proprio lavoro e di siti che non saranno più giornali veri e propri, ma piuttosto aggregatori di contenuti.
Libertà: la nostra generazione sta imparando ad apprezzarla sul serio da quando ci è stata in parte scippata dalla pandemia. Bazzecole rispetto ai soprusi perpetrati dal regime comunista cinese a chiunque osi dissentire: la blogger Zhang Zhan, che qualche giorno fa è stata condannata a 4 anni di carcere per aver diffuso notizie sul virus, non è che l’ultimo drammatico esempio.
Occidente: la civiltà fondata sui valori supremi di libertà e sacralità della vita, che sono scolpiti nell’immenso patrimonio culturale che costituisce l’identità che dovremmo riaffermare con decisione. L’alternativa è assuefarsi alla logica dell’omologazione e della cancellazione di tutto ciò che non è giudicato politicamente corretto, che è l’anticamera alla sottomissione a sistemi dittatoriali come il regime cinese ed a culture agli antipodi della nostra come l’integralismo islamico.
Politica: da troppo tempo la grande assente, in special modo alle nostre latitudini, dove è diventata ormai cronica l’incapacità di produrre una visione in grado di dare all’Italia una prospettiva quantomeno nel medio periodo. Al contrario, è un continuo avvitarsi su accordi al ribasso figli dell’istinto di autoconservazione di una classe dirigente che, al netto di eccezioni rarissime, governa unicamente in funzione del consenso.
Socialità: la dimensione a cui non potremo mai e poi mai rinunciare, poiché il contatto con il prossimo è semplicemente vita. Certo, oggi che l’abbiamo persa apprezziamo molto di più la libertà di socializzare di persona, anche nel lavoro, poiché le relazioni di valore possiamo veramente costruirle e coltivarle stando in mezzo agli altri.
Zavorre: quelle di cui dobbiamo aver il coraggio di liberarci. Attenzione, non necessariamente si tratta di persone: zavorre possono essere anche abitudini, schemi mentali oppure fare qualcosa che non ci piace.