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Politica

Il Sottosopra della sinistra radical chic

Dopo aver appreso dal quotidiano Domani che Giorgia Meloni sarebbe «un pericolo per l’umanità» tanto quanto lo fu Adolf Hitler, mi sono subito venute in mente due immagini: quella di un film della mia infanzia, Beetlejuice – Spiritello porcello e il Sottosopra della fortunata serie Stranger Things, una dimensione alternativa e parallela alla nostra.

Vuoi vedere – mi son detto – che a sinistra abbiano davvero il loro Sottosopra? In effetti, pensandoci, sembra che le cose stiano così.

D’altra parte, a spiegarci che il Sottosopra è la tattica prediletta dai radical chic è proprio il loro maestro Saul Alinsky che, nel suo Rules for Radicals (una sorta di bibbia laica per chiunque faccia politica attiva a sinistra), tra le altre cose afferma che «prima che gli uomini possano agire si deve polarizzare un argomento. Gli uomini agiranno quando saranno convinti che la loro causa è al 100 per cento dalla parte dei buoni e che l’opposizione è al 100 per cento dalla parte dei cattivi».

Per capire come funziona cominciamo proprio col nazismo. Fino a ieri i radical chic irridevano i novax che si paragonano agli ebrei durante l’Olocausto salvo poi, come se nulla fosse, mettersi sul loro stesso piano affermando che la leader di Fratelli d’Italia è l’erede del Führer, ergo che Io sono Giorgia (il libro della Meloni, ndr), sarebbe una sorta di Mein Kampf 4.0. La Nato è avvisata.

Questo non è che uno di un numero indefinito di esempi a cui la teoria del Sottosopra è perfettamente applicabile. Facciamone un altro. Immaginate un grande paese governato da un sanguinario regime dittatoriale nazista, nel quale chi dissente viene internato nei campi di concentramento o fucilato, dove vige un sistema di sorveglianza di massa e che compete economicamente grazie a un costo del lavoro bassissimo e alla totale assenza di diritti, sicurezza sul lavoro e politiche per la sostenibilità ambientale.

Ecco, pensate se in questo Sottosopra uno dei leader storici della destra contemporanea, chessò, un Ignazio La Russa, dichiarasse pubblicamente che «mai nessun Paese della storia dell’umanità è riuscito a realizzare una così immensa trasformazione della vita delle persone». Sarebbe il caos, giusto?

Peccato che nel Sottosopra dei radical chic tessere le lodi del partito comunista cinese come ha recentemente fatto Massimo D’Alema sia una pratica del tutto consolidata insieme, ça va sans dire, alle costanti omissioni sui crimini contro l’umanità perpetrati dal regime di Pechino.

Attenzione, anche l’America ci regala grandissime soddisfazioni. Sì, perché nel loro Sottosopra Donald Trump (zero conflitti avviati nel suo mandato) è un pazzo guerrafondaio mentre Barack Obama (7 paesi bombardati) un uomo di pace e ancora, fanno i paladini del #MeToo ma non rammentano dei Clinton: Bill, che si trastullò con la sua stagista e Hillary, la cui più stretta collaboratrice stava con il candidato sindaco di New York (dem, guarda un po’) che inviava foto del suo pene a ragazze minorenni.

Vogliamo non parlare di immigrazione? «Non venite da noi, sarete respinti» non sono parole della temibilissima Giorgia “pericoloperlumanità” Meloni, ma di colei che mandò in sollucchero l’intera intellighenzia radical chic del globo diventandone paladina, la patinatissima vicepresidente USA Kamala Harris.

Potremmo andare avanti all’infinito, ma il concetto rimane quello espresso nelle parole di Alinsky, ovvero che per i radical chic il consenso è ottenibile solo demonizzando l’avversario, anche se questo significa mistificare la realtà utilizzando i fantasmi del passato.

C’è di buono che gli anni passano per tutti e che certi agitatori di spettri fanno sempre meno paura, proprio come Beetlejuice.

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è consulente di marketing strategico, keynote speaker e docente di branding e marketing digitale all’International Academy of Tourism and Hospitality. È stato inviato di «Vanity Fair» negli Stati Uniti per seguire Donald Trump, a Kiev per la campagna elettorale di Zelensky, collabora con diversi media ed è autore di 10 libri. Nel 2016, per promuovere la versione inglese de Il Predestinato ha inventato la sua finta candidatura alle primarie repubblicane sotto le mentite spoglie del protagonista del romanzo, il giovane Congressman Alex Anderson. Una case history di cui si sono occupati i principali network di tutto il mondo.

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