A scatenare l’ennesima polemica è stato un tweet di Donald Trump postato nel primo pomeriggio di ieri.
In sintesi, il presidente americano lamenta un eccessivo e strumentale utilizzo dell’emergenza da Covid-19 da parte della stampa, palesemente, a suo dire, schierata contro di lui.
«They will talk about nothing else until November 4th., ha scritto Trump – when the Election will be (hopefully!) over».
D’altra parte, Donald il biondo, non fa mistero di apprezzare la guerriglia.
A volte cambia solo obiettivo.
Se i media rappresentano il nemico giurato di Trump, senza dubbio un posto privilegiato tra gli antagonisti del presidente è occupato dal mondo della scienza, colpevole d’incalzare un governo troppo pigro nel fronteggiare l’epidemia che in Usa vanta numeri preoccupanti: poco meno di 9 milioni di casi e 227.000 decessi.
Ulteriore conferma di questa frizione giunge da una recente dichiarazione del tycoon ripresa anche alle nostre latitudini.
Sembra, infatti, che Trump, nel corso di una telefonata, abbia criticato nuovamente Anthony Fauci, il direttore dell’Istituto nazionale per le allergie e le malattie infettive, da tempo tra i suoi bersagli preferiti.
«La gente è stanca del Covid. La gente è stanca di ascoltare Fauci e tutti questi idioti, questi idioti che non ci hanno preso (nelle loro previsioni). Fauci è un disastro che è li da 500 anni. Ogni volta che (Fauci) appare in televisione c’è sempre una bomba, ma sarebbe un bomba ancora più grande se lo licenziassi», ha detto Trump, secondo i giornalisti presenti.
«Fauci è un disastro. Se lo avessi ascoltato, avremmo 500mila morti» di Covid, ha aggiunto il capo della Casa Bianca, che in seguito ha commentato sperando che ci fossero giornalisti ad ascoltare la chiamata per diffondere quanto aveva detto.[1]
A quanto pare il ruolo di Rasputin, nella corte di Trump, è interpretato ora da Scott Atlas, “un medico che non ha esperienza di malattie infettive e che fin dall’inizio ha sminuito la pericolosità del virus”.[2]