23 giorni dopo l’election day Donald Trump ha ancora la forza di un leone che, senza curarsi minimamente delle ferite, continua a combattere la sua battaglia. Chi ne conosce la storia sa perfettamente che questa è una delle caratteristiche che gli hanno consentito di fare quello che ha fatto, compreso diventare presidente degli Stati Uniti avendo praticamente tutti contro.
Tutti tranne quello che con il trascorrere del tempo è diventato sempre di più il suo popolo, ovvero i 73 milioni di americani che lo hanno votato (il record per un presidente uscente) e i milioni di supporter che nei giorni scorsi hanno invaso le piazze di diverse città per manifestare contro le presunte frodi con cui i democratici avrebbero manipolato il risultato delle elezioni.
Personalmente credo che la sua determinazione a non mollare sui ricorsi derivi in gran parte dalla voglia di mantenere viva la speranza di tutte le persone a cui lui è stato capace di dare voce, colmando l’enorme vuoto lasciato dall’establishment repubblicano e non solo.
Questa sua sensibilità spiega perché una delle caratteristiche che lo colpiscono di più sia proprio la determinazione, anzi, se vogliamo dirla proprio tutta sono pronto a scommettere che se qualcuno provasse a spiegargli il concetto di cazzimma, lui se ne innamorerebbe all’istante.
Infatti, è essenzialmente per questo che alla fine ha deciso di concedere un’intervista proprio a me: dopo circa 20 email in cui gli ho spiegato, uno per uno, i motivi per cui nessuno meglio del sottoscritto avrebbe potuto mettere nero su bianco il Trump-pensiero di questo turbolento post voto, alla fine si è convinto.
«L’atteggiamento è fondamentale», spiega mentre con un cenno della mano mi invita ad accomodarmi su una delle poltrone dello Studio Ovale, «perché è quella cosa che permette al 2% di individui di distinguersi rispetto all’altro 98% dell’umanità, per questo conta molto più dei soldi. Tu mi hai dimostrato di avere l’atteggiamento giusto, quindi oggi sei qui a fare un’intervista esclusiva al presidente degli Stati Uniti anche se scrivi per un piccolo giornale online. Se non ragionassimo così andrebbero avanti sempre gli stessi e non esisterebbero possibilità per nessuno».
Presidente, anzitutto voglio dirle che la ringrazio moltissimo per la sua disponibilità, anche da parte di tutta la Redazione di Orwell.live. Ho insistito così tanto perché desidero che questa sia l’occasione per fare chiarezza su tanti argomenti in merito ai quali i media mainstream fanno arrivare messaggi distorti o comunque parziali.
Be’, cominciamo a chiamare le cose con il loro nome: sono fake news media. Pensano di essere autorevoli ma non li legge più nessuno, se guardiamo i numeri sono un disastro, stanno in piedi soltanto grazie ai finanziamenti dei loro padroni, cioè l’establishment, che per riuscire a far passare i propri messaggi ha un solo modo: pagare.
A questo proposito cosa pensa della dittatura del politicamente corretto e del pensiero unico?
Il peggio possibile, ovviamente. Come ho detto il 4 luglio scorso durante il mio intervento al Monte Rushmore, stanno tentando in tutti i modi di cancellare la nostra storia, la nostra cultura, le nostre tradizioni e la nostra libertà di pensiero e d’opinione. Cioè il cardine dell’America. Per questo è fondamentale la battaglia per creare dei nuovi mezzi di informazione realmente liberi e indipendenti, che non debbano sottostare al giogo delle grandi multinazionali e delle big tech companies: abbiamo il dovere sacrosanto di sostenere realtà come la vostra affinché possano crescere e fare da controcanto al pensiero unico dominante che vuole ridurci a una dittatura come la Cina. Non glielo permetteremo.
Sia pur indirettamente abbiamo già toccato alcuni tra i temi più importanti della campagna elettorale che si è conclusa il 3 novembre: prima di entrare nel dettaglio delle questioni, crede che la pandemia abbia inciso sull’esito del voto?
Certamente, per due motivi. Il primo è che grazie alle mie riforme l’economia stava volando: avevamo i risultati migliori degli ultimi 40 anni e guarda caso il virus cinese è arrivato proprio in quel momento. Il secondo è che la pandemia è stata utilizzata dai democratici per quella truffa del voto per posta, che ha alterato il risultato delle elezioni. Quindi la mia risposta è sì.
Ecco, parliamo subito dei ricorsi che state presentando: il suo team legale sostiene che il risultato sia stato alterato in diversi modi, dall’utilizzo di appositi software fino ai voti di persone decedute o non residenti nello Stato in cui hanno votato. Può dirci a che punto siete e se ci sono veramente possibilità che alla fine lei possa rimanere presidente?
Se avessero contato soltanto i voti veri questo dubbio non esisterebbe, perché io avrei vinto con un distacco enorme, il più grande della storia delle elezioni americane. Purtroppo, come ti dicevo prima, l’establishment ha rubato le elezioni perché era l’unico modo che avevano per vincere. Sapevano perfettamente che in modo onesto e democratico avrebbero perso anche stavolta, com’è accaduto nel 2016. Avete letto tutti i sondaggi che pubblicavano prima delle elezioni, no? Dicevano che avrei perso con 10 o 20 punti di distacco, e invece non è accaduto. Ma gli americani sono persone intelligenti e hanno capito il grande inganno dei fake news media, che infatti hanno perso qualsiasi autorevolezza e si sono dimostrati per quello che sono. Detto questo Rudy (Giuliani, ndr) e il suo team di avvocati hanno raccolto prove enormi di queste frodi: parliamo di elenchi ufficiali, testimonianze giurate di migliaia di elettori e addetti alle operazioni di voto. Non a caso nelle scorse ore il giudice Patricia McCullogh ha bloccato la certificazione dei risultati della Pennsylvania: pensa che solo in quello Stato pare che siano stati conteggiati 2 milioni e mezzo di voti postali contro 1 milione e ottocentomila schede effettivamente inviate. Pazzesco.
Quello che stiamo facendo non è difendere il secondo mandato di Donald Trump come dicono i fake news media, ma difendere la democrazia americana.
La posta in palio è molto più alta di quanto non abbiano interesse a dire i servi dell’establishment, che ridicolizzano e sminuiscono fatti di una gravità enorme perché sono disperati e sanno perfettamente che se il bubbone scoppiasse loro sarebbero tutti spazzati via.
Si riferisce a episodi come la denigrazione di Rudy Giuliani per via della tinta dei capelli che gli colava sul viso?
Esattamente. Durante la conferenza stampa sono state dette cose importantissime ma di cosa si è parlato per giorni? Della tinta dei capelli di Rudy, peraltro dimostrando un disprezzo assoluto nei riguardi di un monumento vivente, il Sindaco d’America che dopo l’attacco dell’11 settembre è diventato la bandiera di questo paese. Prova a immaginare cosa sarebbe successo a parti invertite, se Rudy avesse fatto la stessa conferenza per Biden: come minimo lo avrebbero candidato al Nobel per la Pace, invece sta con me e si permettono di ridicolizzarlo. Abbiamo presentato ricorsi alla Corte Suprema, come è diritto di ogni singolo cittadino americano, e invece di darne notizia inventano fake news come il presunto divorzio tra me e Melania.
Il Pil dell’ultimo trimestre sfonda quota 33%? E loro mi criticano perché non faccio i lockdown. L’altro giorno è successa una cosa storica: il nostro Mike Pompeo è riuscito a far incontrare Bibi (Netanyahu, ndr) e il principe saudita Bin Salaman. Ovviamente se ne è parlato pochissimo, perché è l’ennesimo successo della mia Amministrazione. Invece il peggior presidente della storia, Obama, un autentico disastro che ha messo in ginocchio la nostra economia, ha bombardato 7 paesi e creato ISIS e primavere arabe è dipinto dai fake news media come dio in terra. Se potessero leccherebbero la tavoletta del suo wc. Invece io ho fatto zero guerre, portato l’economia ai livelli di Reagan, riportato in America un sacco di aziende e normalizzato i rapporti con la Corea del Nord vengo definito come un guerrafondaio che ha causato danni al proprio paese.
Ci ricordiamo oppure no, che prima che arrivassi io c’era il pericolo di una guerra nucleare con Kim? Ci ricordiamo l’escalation dell’ISIS? Di cosa accadde a Bengasi? Della carenza di posti di lavoro a causa di tasse troppo alte? Questi sono fatti. Poi c’è la realtà parallela che ogni giorno costruiscono i fake news media, ma ormai la gente ha capito.
Senta presidente, un altro tema che vorrei affrontare con lei è la Cina: virus, rapporti economici, geopolitica, difesa della privacy. Da dove vuole cominciare?
Semplice, dal fatto che quella cinese è una dittatura comunista, brutale e sanguinaria. Anche questo è un fatto, ma quando i fake news media parlano di Cina magicamente se ne dimenticano e si ostinano a comportarsi come se fosse sullo stesso piano di una democrazia occidentale, mentre lì ci sono campi di concentramento dove rinchiudono e ammazzano chiunque osi non allinearsi ai dettami del PCC (Partito comunista cinese, ndr). Partendo da questo presupposto dobbiamo rapportarci con loro, ovvero sapendo con chi abbiamo a che fare. Invece l’establishment ha interesse a sottomettersi perché Pechino gli consente di andare a produrre lì, dove mantengono costi bassissimi perché i lavoratori vengono sfruttati e pagati con stipendi da fame e senza avere alcun diritto e perché le aziende non devono fare assolutamente nulla per limitare l’inquinamento. Poi possono rivendere quei prodotti agli stessi prezzi di chi produce qui. Un vero e proprio paradiso per gli speculatori. Non a caso la mia politica sui dazi ha dato fastidio a molti sia in Cina che qui, e questa è la conferma che ho fatto la cosa giusta.
Adesso passiamo al virus: lei ritiene che la Cina dovrebbe risarcire i paesi in cui è arrivata la pandemia?
Certo, perché per settimane hanno insabbiato tutto, mettendo a tacere i medici che avevano lanciato il grido d’allarme. Con la complicità dell’OMS hanno fatto come se nulla fosse, facendo entrare e uscire gente dal loro paese, così che il virus si propagasse in tutto il mondo. Questo è un atteggiamento irresponsabile di cui una comunità internazionale seria dovrebbe chiamare a rispondere la Cina, come peraltro previsto dal diritto internazionale.
Intanto mentre nel resto del mondo è in corso la seconda ondata, da loro il virus sembra essere svanito e l’economia ha ripreso a correre. Non le sembra strano?
Guarda, anche sull’origine del virus ci sono delle indagini in corso e io mi aspetto che venga fatta chiarezza. Personalmente mi sono fatto una mia idea, ma per il momento credo sia opportuno che la tenga per me. Poi, come tu stesso hai scritto nel tuo ultimo libro (Il Predestinato 2, ndr) è evidente che esistano una serie di fatti che messi in fila l’uno all’altro sembrano lasciare poco spazio a dubbi sul comportamento opaco della Cina.
Presidente veniamo all’ultima domanda, che come immaginerà riguarda l’indiscrezione che circola da ormai qualche giorno: se la Corte Suprema dovesse assegnare la vittoria a Joe Biden, lei si ricandiderebbe nel 2024?
Come ti dicevo prima dobbiamo difendere la democrazia americana quindi, se anche l’establishment dovesse portare a compimento la sua frode, io continuerò a dare voce a ognuno di quei 73 milioni di americani veri, in carne e ossa, che hanno votato per me. Questo è certo, indipendentemente dal fatto che io decida di ricandidarmi.
Oltre a questo è necessario favorire la crescita di una nuova classe dirigente nel partito repubblicano, mi viene in mente il congressman californiano Alex Anderson, ma come lui ci sono molti altri ragazzi freschi e in gamba che possono diventare i leader di domani, donne e uomini realmente capaci di difendere l’eredità che ci hanno lasciato i nostri padri e di costruire un futuro prospero e radioso per i nostri figli.
NB: come avrete capito soprattutto dalle ultime due risposte, quella che avete appena letto è un’intervista di fantasia, un antipasto di quello che troverete nel mio nuovo romanzo: un viaggio tra realtà e fiction il cui obiettivo è quello di divertirvi stimolando, perché no, qualche riflessione su temi tremendamente attuali. Buona lettura!
AN