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Cultura

Ecco perché “Il Divin Codino” di Roberto Baggio vi emozionerà ancora

Se mi è piaciuto Il Divin Codino? Mettiamola così: è mezzanotte e mi ritrovo in una stanza d’hotel a piangere a dirotto. Credo che tanto basti per dire che il film mi ha emozionato moltissimo, motivo per cui ritengo che valga la pena analizzare i 3 aspetti della storia che mi hanno colpito di più.

1. Roberto Baggio

Scontato finché volete, ma alla base di tutto c’è lui, che più di qualsiasi altro è riuscito davvero a essere il campione di tutti: un’impresa titanica, se consideriamo che siamo un popolo che si divide su qualunque cosa, per non parlare delle rivalità calcistiche.

Ebbene, Roberto Baggio è stato uno dei pochi in grado di metterci d’accordo non solo nello sport, ma in generale, perché ha coniugato l’immensità di un talento cristallino con l’autenticità del suo tratto umano, che gli ha dato la forza di rialzarsi dopo essere caduto, innumerevoli volte.

2. Il rapporto tra figlio e padre

Ovvero l’aspetto sul quale si snoda tutta la narrazione del film, che ammetto di aver guardato con grande malinconia perché in molte scene ho trovato similitudini con il mio vissuto personale che, inevitabilmente, hanno scatenato in me una tempesta di emozioni.

Senza voler svelare troppi dettagli a chi deve ancora guardare Il Divin Codino – diretto dalla giovane e brava Letizia Lamartire e interpretato, nel ruolo del protagonista, dall’ottimo Andrea Arcangeli – sicuramente colpisce molto comprendere quanto Baggio vivesse una sorta di frustrazione che probabilmente derivava dal fatto di essere amato e incensato da milioni di persone ma non da suo padre, che non gli aveva mai neppure detto «bravo».

3. Il rapporto tra padre e figlio

Si dice spesso che solo quando abbiamo dei figli possiamo comprendere davvero i sacrifici che i nostri genitori hanno fatto per noi: sono perfettamente d’accordo. Non me ne voglia chi non è genitore ma, francamente, ritengo che chi vive la sfida tanto bella quanto difficile di crescere un figlio capisca compiutamente questa particolare sfumatura: Dio solo sa quanto sia difficile trovare il giusto equilibrio tra fermezza e dolcezza!

Devo dire che il film riesce a esprimere benissimo l’immane sforzo affettivo compiuto dal padre di Roberto, incarnato più che interpretato da Andrea Pennacchi.

Per concludere

Se volete un consiglio guardate Il Divin Codino senza aspettarvi un remake di gol e gesti tecnici, perché a quelli ci ha già pensato l’originale e ci sono fior di video per ammirarli tutte le volte che volete.

Pensate, invece, di immergervi nella storia di un uomo che ha saputo conquistarci grazie alla perfezione dei suo gesti tecnici che, agli occhi del nostro cuore, sono risultati tanto perfetti proprio grazie ai numerosi ostacoli che ha dovuto superare per riuscire a realizzarli.

Written By

è consulente di marketing strategico, keynote speaker e docente di branding e marketing digitale all’International Academy of Tourism and Hospitality. È stato inviato di «Vanity Fair» negli Stati Uniti per seguire Donald Trump, a Kiev per la campagna elettorale di Zelensky, collabora con diversi media ed è autore di 10 libri. Nel 2016, per promuovere la versione inglese de Il Predestinato ha inventato la sua finta candidatura alle primarie repubblicane sotto le mentite spoglie del protagonista del romanzo, il giovane Congressman Alex Anderson. Una case history di cui si sono occupati i principali network di tutto il mondo.

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