La sentenza è stata emessa dall’Agenzia governativa americana (National Transportation Safety Board) e riconosce alla multinazionale Uber, solo metà della responsabilità per la morte di Elaine Herzberg, una donna di 49 anni, investita più di un anno fa.
La vettura che l’ha colpita era una Volvo XC 90, un SUV dotato del sistema di guida completamente automatizzato messo a punto da Uber, con a bordo, però, una guidatrice in carne e ossa, ritenuta anch’essa colpevole.
Dalle ricostruzioni dell’incidente è emerso che, mentre la vittima stava attraversando la strada con la bicicletta in mano, l’auto non ha frenato colpendo così in pieno la donna (poi trovata positiva alla metanfetamina).
La polizia ha indagato e scoperto che, al momento dell’impatto, il sistema frenante non ha funzionato, perché i dispostivi di intelligenza artificiale non hanno correttamente identificato la donna come “persona”. Il rapporto conclusivo delle autorità afferma, in effetti, che la Herzberg stava attraversando la strada «in maniera incauta», proprio perché sotto effetto di sostanze tossiche.
Quanto alla pilota-tester, Rafale Vasquez, il rapporto ha decretato che, mentre era al volante, stava guardando un programma televisivo in streaming sul proprio smartphone e, quindi, era distratta dal proprio dovere essendo così co-responsabile della morte della Herzberg.
Inoltre, la sentenza della NTSB (National transport safety board) ha dichiarato colpevole il gruppo Advanced Technologies di Uber (seppure parzialmente), perché ha adottato procedure sbagliate rispetto alla valutazione del rischio: «Uber ha assunto una cultura della sicurezza inadeguata, dimostrata dalla mancanza di meccanismi di valutazione del rischio, dalla supervisione degli operatori del veicolo e di personale con esperienza nella gestione della sicurezza». La Commissione si è dimostrata preoccupata per i diversi incidenti che già hanno coinvolto la flotta di auto automatizzate di Uber.
«L’incidente è l’ultimo anello di una catena di azioni e decisioni prese da un’organizzazione che, sfortunatamente, non ha fatto della sicurezza la priorità», scrive il Board.
Infine, la NTSB, nella sentenza, ha lanciato un monito ai produttori di veicoli autonomi, chiedendo loro di valutare le procedure di sicurezza e di non testare le auto sulla strada fino a quando non saranno autorizzati dalle autorità competenti.