Correva l’anno 1982 quando, al CES di Las Vegas, Commodore lanciò il computer più venduto di tutti i tempi: il Commodore 64.
Un avvenimento che, come nel caso di gran parte delle innovazioni rivoluzionarie, fu il risultato di spunti imprenditoriali aggressivi, ma anche di una serie di eventi fortunati.
Infatti, soltanto due anni prima e sempre dal CES, Commodore lanciò il VIC-20, che un anno dopo approdòin mercati chiave come la Germania e il Regno Unito in cui si affermò subito, mentre negli Stati Uniti le vendite non furono elevate come previsto.
Jack Tramiel e alcuni dei suoi ingegneri chiave (Al Charpentier, Bob Yannes e Charles Winterble) sapevano che era tempo di prepararsi per il passo successivo, quindi avviarono un progetto per creare un nuovo chip che sarebbe stato il fulcro di un nuovo sistema di gioco estendendo i confini dell’innovazione e diventando il migliore sul mercato, in grado di battere concorrenti come Atari e Intellivision.
Era il 1981, e Jack voleva avere qualcosa di nuovo pronto per il CES di gennaio, il che significava che il team aveva solo pochi mesi per trasformare le proprie idee in un chip pronto per la produzione. Il perché di tutta questa fretta risiede essenzialmente nell’istinto di Tramiel, che aveva sempre voluto anticipare le mosse dei concorrenti.
Per questo si rese conto che se non avessero sostituito il VIC-20 con un computer più potente, uno dei competitor prima o poi lo avrebbe fatto al posto loro sottraendo, così, il controllo del mercato a Commodore.
Il nome del nuovo computer doveva essere VIC-40 e in Commodore tutti presumevano che Jack avrebbe voluto lanciarlo al CES del giugno ’82 (allora c’erano la sessione estiva a New York e quella invernale a Las Vegas, ndr), ma Jack mantenne la scadenza di gennaio e chiese di avere i prototipi pronti per il CES di Las Vegas.
In buona sostanza ha dato gli ingegneri ebbero solo due mesi per rendere il sistema attivo e funzionante.
Non ci fu nemmeno il tempo per creare una scocca personalizzata per il VIC-40, perciò venne deciso di riutilizzare quella del VIC-20, aggiungendo una seconda porta per il joystick.
Quando tutto fu pronto i prototipi furono spediti a Las Vegas dove vennero mostrati a Tramiel, a cui piacquero e che decise che il prezzo di vendita sarebbe stato di 595 dollari.
Una volta aperte le porte del CES, allo stand della Commodore vennero esposti i VIC-20 e mostrati per la prima volta i VIC-40. In quella circostanza il nome fu cambiato in Commodore 64: Kit Spencer ne scelse uno capace di riflettere la sua caratteristica principale nei confronti di Apple, ovvero i 64K di memoria.
Il prezzo basso, le capacità della macchina e anche il fatto che potesse usare le periferiche VIC-20 come il drive del disco 1540 e le stampanti lasciarono la concorrenza sbalordita.
Il CES del gennaio 1982 fu un successo per Commodore: non solo le vendite del VIC-20 continuarono a crescere, ma il Commodore 64 venne accolto come l’evento informatico dell’anno. Non si sbagliarono, perché quello fortemente voluto da Tramiel detiene ancora oggi il record di computer più venduto della storia.