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Reati informatici: un anno da record

Negli ultimi vent’anni il numero di reati informatici è aumentato in maniera crescente, arrivando a un giro d’affari di quasi 3,5 miliardi di dollari. A dirlo è l’Intenet Complain Center, centro contro i crimini informatici che, nel suo ultimo rapporto, ha rilevato che le tecniche usate dai malintenzionati sono sempre più raffinate e che i reati di dimensione internazionale sono all’ordine del giorno.

Nella classifica dei venti Paesi con più attacchi ricevuti l’Italia è al quint’ultimo posto, segno sia della scarsa attenzione al digitale e all’informatica, sia di una discreta severità sul fronte della sicurezza. Meglio di noi solo la Russia, la Spagna, la Malesia e la Cina.

I REATI PIU’ DIFFUSI

Con la diffusione di internet sono aumentati anche i crimini informatici. Secondo l’Icc, molti dei reati commessi hanno a che fare con la frode. Uno di questi è il phising, che consiste nell’ingannare la vittima con lo scopo di ottenere dati personali, come l’indirizzo di casa o il numero del conto corrente.

La prima campagna di truffa online risale al 1996, quando un gruppo di hacker, fingendosi dipendenti della piattaforma Aol chiese ad alcuni iscritti il numero di carta di credito. Da allora i metodi si sono evoluti, tanto che nelle grinfie di malintenzionati finiscono persone di ogni parte del mondo. Chi truffa online riesce a mascherare perfettamente la propria identità.

Spesso gli autori di truffe usano marchi di banche, assicurazioni e servizi online. Oltre alle singole persone anche multinazionali e pubbliche amministrazioni hanno subìto raggiri.

Un meccanismo comunemente usato si chiama Bec, acronimo di Business Email Compromise (Posta elettronica online compromessa) che consiste nell’impersonare una persona o un’azienda che si conosce per ottenere soldi, rubare dati personali o carpire informazioni riservate. A essere più colpite sono perlopiù persone che hanno più di 60 anni, anche se fra i trentenni aumentano le vittime.

Un altro tipo di reato molto diffuso è il ransomware. In questo caso, il pirata blocca un computer infettandolo e richiedendo un riscatto per sbloccarlo. Dal 2015 ad oggi il giro d’affari della criminalità online è andato sempre più su, tanto che nel 2019 ha raggiunto i 3,5 miliardi di dollari.

I PAESI PIU’ COLPITI

I paesi che hanno registrato più attacchi sono, ovviamente, quelli in cui internet è più diffuso. Gli Stati Uniti d’America sono il Paese più colpito e, all’interno del territorio, è la California ad aver registrato più danni. Le più grandi compagnie dell’informatica – come Facebook, Google e Apple – hanno, in fatti, la sede nella Silicon Valley californiana, così come tante start-up e Università.
Al secondo posto c’è il Canada, seguito dall’India che sta accelerando il proprio percorso di digitalizzazione dei servizi al cittadino.

Può sorprendere, quindi, che la Cina sia solo al diciassettesimo posto sui venti Paesi esaminati. Sicuramente la severità del regime comunista contribuisce a prevenire i reati ma è anche vero che, nella sicurezza informatica, gli investimenti di Pechino sono fra i più alti nel mondo.

Quanto all’Italia, essere poco esposti agli attacchi non significa essere pienamente protetteti. Tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 diversi portali italiani hanno subìto violazioni e diversi utenti sono stati vittime di truffe. In ogni caso, il mercato della sicurezza informatica ha registrato un aumento dell’11%, a dimostrazione che le imprese e i cittadini si stanno rendendo conto dei possibili rischi legati al mondo di internet.

GLI SCENARI ATTUALI

Se i cyber-criminali continuano a delinquere, gli utenti si stanno sensibilizzando verso la sicurezza delle proprie informazioni. L’Fbi ha ricevuto 467.361 segnalazioni di crimini legati a Internet lo scorso anno, con una media di circa 1.300 denunce al giorno. L’Fbi dal canto suo ha affinato i propri mezzi per riuscire a individuare chi si rende responsabile di reati sulla Rete, tanto che, nell’agosto 2019, 80 sospettati sono stati incriminati dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti per un raggiro che ha portato a milioni di dollari sequestrati e, presumibilmente, coinvolto in una complessa operazione di riciclaggio di denaro.

Le Forze dell’ordine americane, insieme a quelle nigeriane, hanno arrestato 281 persone, indagate per truffa e furto d’identità. Secondo l’accusa, avrebbero messo in piedi anche “truffe romantiche” carpendo la fiducia della vittima solo per ottenere denaro. Questo genere di crimine colpisce soprattutto le persone sole e vulnerabili e, nell’ultimo anno, si sta sviluppando anche in Italia.

Nel Far-West della rete l’arma più potente risulta essere la prudenza, prestando attenzione quando si ha a che fare con contatti sconosciuti.

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è consulente di marketing strategico, keynote speaker e docente di branding e marketing digitale all’International Academy of Tourism and Hospitality. È stato inviato di «Vanity Fair» negli Stati Uniti per seguire Donald Trump, a Kiev per la campagna elettorale di Zelensky, collabora con diversi media ed è autore di 10 libri. Nel 2016, per promuovere la versione inglese de Il Predestinato ha inventato la sua finta candidatura alle primarie repubblicane sotto le mentite spoglie del protagonista del romanzo, il giovane Congressman Alex Anderson. Una case history di cui si sono occupati i principali network di tutto il mondo.

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