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POLITICA USA

Il risveglio di “Sleepy Joe”

A landslide victory. In Italia diremmo “cappotto” o “vittoria schiacciante”. Joe Biden ha sbaragliato gli altri candidati alla nomination democratica ottenendo il 48.4% dei voti – circa 250 mila voti – contro il 19.9% di Bernie Sanders. In una sola notte, dunque, Biden ha vinto la prima delle due sfide che aveva davanti: le primarie in South Carolina.

E lo ha fatto convincendo la parte di popolazione che costituisce la maggioranza dello Stato di Frank Underwood: gli afroamerican. È riuscito a far passare l’idea di essere il migliore candidato alla presidenza, grazie al Whip della maggioranza alla Camera, Jim Clyburn, uno che ha un peso specifico pauroso in South Carolina.

Il buon risultato di Sanders che ha preso voto dai giovani, non è servito a salvare l’attuale front-runner e lo scarso impegno del socialista nello Stato ha solo aiutato Biden. Appare inoltre del tutto inutile il procrastinarsi delle candidature di Warren, Klobuchar, per via dei risultati pessimi – in Nevada e South Carolina non hanno ottenuto delegati. Pete Buttigieg, invece, nelle scorse ore si è definitivamente ritirato, vista la sua mediocre performance nella raccolta dei soldi necessari per affrontare l’ormai imminente “super-martedì”.

Super martedì che sarà il 3 marzo. Allora, finalmente, avremo la possibilità di toccare con mano anche l’esatta forza di Bloomberg e della sua “bestia” comunicativa, oltre a valutare lo scontro fra Sanders e Biden.

In base ai sondaggi – da prendere con le pinze – a Joe Biden andrebbero: Alabama, North Carolina, Oklahoma e Tennessee. A Bernie Sanders: California, Colorado, Maine, Massachusetts, Minnesota, Texas, Utah, Vermont e Virginia; mentre a Bloomberg il solo Arkansas. Ai quattordici stati elencati va aggiunta la quindicesima gara, quella delle Samoa Americane, dove, tramite i caucus, verranno assegnati 6 delegati.

Saranno 1.344 – il 34% del totale – i delegati che martedì notte verranno assegnati. Il numero magico che serve per ottenere la nomination è 1.991. Non sarà, quindi, il Super-Tuesday a dirci definitivamente chi vincerà ma, alla luce delle dinamiche emerse nei primi appuntamenti elettorali, potrebbe consegnarci una lotta a due o, al massimo, a tre qualora Bloomberg dovesse ottenere un risultato importante.

Ovviamente una sfida a tre favorirebbe il solo candidato radicale rimasto in gioco, ovvero Sanders. Comunque, dopo la vittoria di Biden, finalmente avremo dell’elettricità in questo primo martedì di marzo che altrimenti poteva essere fin troppo scontato.

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