Fino a un anno fa, Tonya chiedeva ai suoi figli se avessero fatto i compiti. Adesso gli manda un messaggino: “Come procede la vostra checklist?”. La svolta è stata quando ha ordinato a suo marito e ai suoi quattro figli di scaricare tutti Trello, un web-based project-management tool. Tradotto: un app dedicata alla gestione comune dei progetti di lavoro.
Adesso Tonya, mamma dell’Illinois, e i suoi bambini (tra i 9 e i 18 anni) coordinano le loro vite condividendo le to-do list, la lista della spesa e i compiti a casa attraverso l’app. “Uso ogni giorno Trello per controllare i compiti che devo fare, per indicare ai miei genitori i posti in cui devo andare o le cose da comprare”, spiega la figlia Hahhah, 15 anni, a The Atlantic. La testata ha intervistato diverse famiglie americane che hanno scelto di abbandonare i classici metodi di organizzazione ed educazione “a voce” in favore delle app usate quotidianamente negli uffici per coordinare i progetti in team: Trello, Gmail, Jira, Asana e Slack.
Julie, mamma di tre bambini tra gli 8 e i 12 anni, usa Google Calendar per gestire il tempo dei suoi figli e Jira per tenere traccia dei progetti in casa. Ryan, papà di Seattle, ha creato un gruppo di famiglia su Slack per la comunicazione interna. Melanie, mamma in Utah, ha introdotto Trello a casa dopo averlo provato a lavoro: “Ogni domenica facciamo le riunioni familiari. Controlliamo il completamento degli obiettivi della settimana appena finita e facciamo la to-do list per la prossima”.
La causa della tendenza alla Slackizzazione delle famiglie sarebbe da ricercare nel sempre minor tempo che i genitori riescono a dedicare alla famiglia. Secondo una ricerca del Pew Research Center, il 65% dei genitori laureati non riesce a bilanciare lavoro e famiglia. E per “ottimizzare” i processi, molti avrebbero introdotto nelle loro case le app pensate per il lavoro in ufficio. La conseguenza? Le case si stanno trasformando in uffici.
Il confine tra lavoro e famiglia è più labila di quanto sia mai stato nella storia dell’uomo. Per questo sistemi pensati per concetti come team building, problem solving, produttività e comunicazione stiano migrando dall’ufficio alla casa. A chiedersi quali siano gli effetti sull’educazione dei figli e sopratutto sull’armonia della vita in casa, però, sono stati ancora in pochi.
Uno di loro è Peder Fjällström, padre di Stoccolma che ha introdotto Slack all’interno della sua casa. Essendo un app designer, Peder è riuscito a creare piccoli tool del programma che permettevano a membri della famiglia di aggiungere prodotti alla lista della spesa, oppure di segnalare dei problemi in casa (come una lampadina rotta). Era perfetto. Anche troppo. Dopo quattro mesi, Peder ha deciso di cancellare Slack: “La vita a casa si stava trasformando in un lavoro”, ha raccontato. “Slack mi ha aiutato quando sentivo la mia vita un po’ disordinata. Ma la vita deve essere un po’ disordinata”. Ci sono cose che i programmi per la produttività non potranno mai ottimizzare, come la qualità del tempo in famiglia o le emozioni provate dai figli. Ed è questo, forse, lo scopo da perseguire. Ancora prima di un’infrastruttura digitale.