Insieme all’annuncio dovrebbero uscire le regole: certe, messe nero su bianco e possibilmente anche comprensibili; principio che dovrebbe valere sempre, a maggior ragione quando parliamo della chiusura di gran parte delle attività produttive di un paese come l’Italia.
Non dico fare anche delle infografiche riassuntive da condividere subito sul Web, perché considerati i precedenti sarebbe chiedere veramente troppo, ma vivaddio, a Palazzo Chigi ci sarà pure qualcuno in grado di preparare un comunicato stampa che riporti con esattezza chi può fare cosa e a partire da quando! Solo una volta messe per iscritto e divulgate queste informazioni, il presidente del consiglio dovrebbe intervenire in video per entrare nel merito e spiegare le decisioni del suo governo.
Invece non sembra essere bastato il caos scatenato da quella bozza di decreto che nel pomeriggio del 7 marzo qualcuno vicino al governo anticipò al Corriere della Sera prima ancora che fosse approvato: ci pare giusto ricordare che la causa di quella fuga di notizie fu l’esodo di migliaia di residenti al nord verso le regioni del centro e del sud portando, così, il virus in altre zone d’Italia.
A questo proposito ci preme ricordare anche che nessuno ha ancora pagato per quell’errore che verosimilmente potrebbe costare centinaia se non migliaia di vite. Niente, caduto nel dimenticatoio.
Tornando a ieri sera, dopo l’intervento di Conte sono filtrate voci secondo cui le nuove regole entreranno in vigore a partire da lunedì: perché, quindi, fare un intervento del genere nella tarda serata di sabato? Se guardiamo ai fatti delle ultime settimane, si evince come nel bel mezzo di una emergenza epocale come quella che stiamo attraversando, ci sia qualcuno che anziché impegnare il proprio tempo per informare correttamente e tempestivamente gli italiani di decisioni oggettivamente fondamentali, dà l’impressione di sfruttare anche occasioni così drammatiche per enfatizzare la figura di Giuseppe Conte. Che pena.