In queste giornate dove il tempo scorre più o meno uguale non dobbiamo dimenticarci delle tradizioni, della famiglia, degli amici e delle nostre origini. Oggi per la Chiesa cristiana è la “Domenica delle Palme”, così chiamata in onore dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme, che avvenne tra schiere di fedeli e con Gesù a dorso di un umile asino.
La folla, che lo acclamava, sventolava in segno di gioia rametti di albero. Dei quattro Vangeli, infatti, solo in quello di Giovanni si indica che fossero rami di palme. Da qui il nome della domenica, che dà inizio alla Settimana Santa e che culmina con la Pasqua di Risurrezione. Anche la Chiesa ortodosso, con alcune Chiese protestanti, festeggiano tale ricorrenza.
Rimanendo sempre nella tradizione religiosa, l’accoglienza di Gesù con dei rametti di albero richiama anche la festività ebraica di “Sukkot”, in occasione della quale i fedeli raggiungono Gerusalemme in pellegrinaggio, sventolando una mazzetto composto da un ramo di palma, che simboleggia la fede, di mirto, che richiama la preghiera che si innalza verso il cielo, e di salice, che rappresenta il silenzio rispettoso del fedele di fronte a Dio. E’ una festa, quindi, che raccoglie le tradizioni di tanti popoli.
Ma nella tradizione italiana si usa il ramoscello di palma o di ulivo? Quando ero piccola ricordo bene che le mie nonne, Luisa e Michela, regalavano sempre a me, a mio fratello e ai miei cugini, una piccola palma, intrecciata con grande maestria e decorata con fiori o confetti, comunque adornata a festa. La attendavamo al mattino e tutti noi bambini, che poi ci recavamo a messa, portavamo con noi la palma, che sarebbe stata benedetta dal parroco. Ovviamente si aspettava con ansia la fine della cerimonia per uscire di chiesa e poter mangiare subito qualche dolcetto!
Quella palma non la vedo da molti anni, dovrei chiedere a qualche anziana signora, così da impararne l’arte dell’intreccio. Ricordo però che era una palma dalle foglie tenere e sfumate tra il verde chiaro e il giallo. Molto più diffuso è l’utilizzo del ramo d’ulivo, che viene benedetto e riportato a casa in segno di buon’augurio e protezione per tutto l’anno. In Italia questo giorno di festa trova anche diverse tradizioni culinarie regionali, riproposte di anno in anno e invariate nel tempo, con le donne a mo’ di amanuensi, che tramandano le abitudini di un Paese meraviglioso, generoso e unico come il nostro.
Tradizioni religiose, cerimonie, simboli e ricette si intrecciano nel grande cuore pulsante dell’Italia, ma per descrivere tutto questo non basterebbe un volume enciclopedico. Mi è più facile illustrarvi la simbologia delle due piante emblema di questa giornata, ricche entrambe di storia e di significato: l’ulivo e le palme. L’ulivo è una delle piante che meglio rappresenta l’Italia, la si trova crescere in tutto il territorio, al nord, al centro e al sud, isole comprese. I suoi frutti sono copiosi e consentono al nostro Paese di distinguersi nel mondo per la produzione di un olio che si differenzia per gusto e profumo.
L’olea europaea, albero forte e longevo, dal tronco grande e bitorzoluto, contorto e spesso cavo, in realtà sarebbe originario dell’Asia Minore, dove cresceva allo stato selvatico, come cespuglio spinoso dai piccoli frutti aspri. Secondo il mito la pianta dell’oleastro venne portata nelle città di Olimpia da Eracle Dattilo, il quale istituì i giochi olimpici in onore di Zeus e i vincitori, dalla settimana edizione in poi, venivano premiati con una corona di oleastro poggiata sul capo. Prima si utilizzavo un ramo di melo, ma l’oracolo di Delfi ordinò di sostituirlo con l’ulivo: ma questa è un’altra storia.
Torniamo all’ulivo e alla sua simbologia. Nell’Antico Testamento, Noè inviò una colomba per cercare qualche segno di terre emerse ma la prima volta tornò senza nulla. La seconda volta, invece, quando le acque del Diluvio si erano ormai calmate, la colomba portò, trattenendolo nel becco, un piccolo ramoscello d’ulivo. Da qui l’immagine che viene utilizzata in tutto il mondo del simbolo della pace ovvero la colomba bianca, richiamata anche dai bambini nei loro disegni, con l’ulivo; ulivo i cui rami sono riprodotti anche sul logo dell’Unicef e sulla prima bandiera delle Nazioni Unite, nel 1947.
L’ulivo, che come simbolo di Cristo, si trova anche in diversi quadri storici: nella straordinaria tavola d’altare dell’Annunciazione di Simone Martini agli Uffizi di Firenze un posto centrale occupa l’Angelo, che offre a Maria un ramoscello d’ulivo anziché il consueto giglio bianco. L’Ulivo è anche simbolo di alcuni Santi come Bernardo Tolomei, che fondò il convento di Monte Oliveto e l’ordine degli olivetani, Pietro Nolasco, Sant’Irene, San Bruno e altri ancora.
Questa pianta, grande gigante buono, dalle foglie piccole e appuntite, di colore verde argenteo, che brillano con la luce del sole, è immagine di prosperità e pace, ed è proprio con queste due parole che voglio concludere questa prima parte, per lasciare lo spazio e il tempo ad un giorno comunque di festa e di preghiera, augurando a tutti noi, nonostante tutto, una serena Domenica delle Palme. A domani.