Sono talmente tante, le palle di Conte, da far pensare che evidentemente lui e il suo spin-doctor Rocco Casalino puntino sull’accatastamento, ovvero sul seppellirne l’una sotto l’altra nella memoria di noi italiani, non lasciandoci così il tempo di ricordare. Ma non c’è problema, ci pensiamo noi ad aiutarvi a fare un po’ di mente locale.
Il curriculum “infiocchettato”
Lo ammise lo stesso Conte durante un’intervista rilasciata a Maurizio Belpietro, che gli chiese conto delle polemiche scaturite da alcune qualifiche elencate nel suo curriculum, tra cui quelle relative ad un “perfezionamento” dei propri studi alla New York University, di cui nemmeno il New York Times trovò alcun riscontro.
Nessun altro governo
Esattamente un anno fa, Giuseppe Conte affermava che la fine della sua esperienza di governo sarebbe coincisa con il termine del patto tra M5S e Lega: «non ho la prospettiva di lavorare per una nuova esperienza di governo. Quello che dobbiamo fare sino all’ultimo giorno in cui avremo questa responsabilità, è lavorare incessantemente, senza sosta, con la massima concentrazione per individuare e selezionare gli interessi degli italiani e perseguirli».
Il governo con il Pd
È bene ricordare come nacque il governo attualmente in carica, ovvero con un accordo tra due partiti che fino al giorno prima si insultavano dalla mattina alla sera e che, per paura di scomparire in caso di elezioni anticipate, hanno dato vita a uno deegli esecutivi peggiori della storia repubblicana.
Russiagate, Giuseppi sbugiardato da Fox News
25 ottobre 2019: nel corso di una conferenza stampa che sueguiva la sua audizione al Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, ndr) dopo affermazioni molto generiche e “rassicuranti”, Conte ha intenzionalmente deviato l’attenzione sui rapporti tra Salvini e la Russia, ovvero un argomento completamente estraneo dai temi discussi durante l’audizione. Dichiarazioni ben presto smentite dall’emittente statunitense Fox News.
La disastrosa gestione dell’emergenza-coronavirus
Qui potrei citare decine di episodi che, ahinoi, hanno fatto sì che la situazione sfuggisse di mano sia per ciò che concerne la propagazione del Covid-19, che dal punto di vista sociale. A comincare dalla dichiarazione dello stato di emergenza sanitaria in data 31 gennaio seguita, però, dal nulla assoluto, per arrivare al 4 febbraio quando, rispondendo a 4 governatori che chiedevano misure più stringenti per chi arrivava dalla Cina, dichiarò che era tutto sotto controllo, una sottovalutazione messa in evidenza anche da un’inchiesta del New York Times, che cita sì il governo italiano come modello, ma del tutto negativo.
A tutto questo dobbiamo aggiungere la vera e popria follia nella gestione della comunicazione, molto attenta quando si tratta di “gonfiare” (proprio come nel caso del curriculum) l’immagine del premier facendolo sembrare una sorta di JFK de noantri, ma disastrosa nella divulgazione di informazioni fondamentali. Qui l’elenco è lunghissimo ma, tra i tanti casi di ciarlataneria, come scordare la folle notte tra il 7 e l’8 marzo, con il decreto sul lockdown uscito sulla stampa prima che fosse definito in maggioranza, scatenando il fuggi fuggi generale, da Nord a Sud.
Vogliamo, poi, parlare dei decreti “Cura Italia”? Del tentativo di infilarci uno scudo penale “SalvaConte” scovato (e disinnescato) proprio da noi? Del disastro del sito dell’Inps? Dei soldi mai arrivati a lavoratori, autonomi e imprese? Della doppia giravolta sul Mes? Dell’attacco a Salvini e Meloni per spostare l’attenzione dall’accordo? Dello scandalo delle mascherine?
Il caos come forma di democrazia
Già, il caos. All’inizio parlavo di accatastamento di palle una sopra l’altra come tattica non certamente casuale, d’altra parte è sempre bene ricordare che Giuseppe Conte è eterodiretto da Beppe Grillo per mano di Rocco Casalino, come spiega benissimo il loro alleato Matteo Renzi:
Nel bel mezzo dell’ora più buia della storia recente d’Italia, è quantomeno inquietante pensare che chi ha la responsabilità di governarci dipenda dal personaggio che potrete vedere (e ascoltare) qui sotto; sarebbe bene che il presidente Mattarella e tutte le forze responsabili presenti in Parlamento vadano oltre i proclami sui social e producano atti concreti: sfiducino il governo intero (non solo Gualtieri), si mettano d’accordo per un governo di unità nazionale e mandino finalmente a casa questa banda d’incapaci, che di danni ne abbiamo già subiti abbastanza, il coronavirus non è ancora sconfitto e c’è un paese intero da risollevare. Che altro deve accadere? Forza, muovetevi!